programmi di intervento e prevenzione

I programmi di prevenzione in ambito psicologico e comunitario sono rivolti ad enti, associazioni o scuole, e mirano a sostenere e monitorare percorsi di crescita e di responsabilizzazione in gruppi di utenze a rischio, come le minoranze etniche o sociali, i tossicodipendenti, o che attraversano una fase delicata della crescita, come ad esempio adolescenti o bambini, contenendone eventuali devianze o comportamenti disfunzionali, e promuovendone al contempo atteggiamenti positivi e di integrazione sociale. L'obiettivo di tali programmi è la prevenzione del disagio psicologico e il contenimento del rischio di disfunzione psichica, laddove la particolare fase dello sviluppo o l'appartenenza ad un contesto difficile possono facilitare l'insorgenza di comportamenti socialmente devianti.

 

In tali situazioni lo psicologo può intervenire, concordemente con le committenze, strutturando, sviluppando o semplicemente monitorando programmi ad hoc che coinvolgono i partecipanti attivamente, e informandoli in senso didattico, rispondendo alle domande che emergono nel corso degli incontri. Si possono strutturare, ad esempio, programmi per la prevenzione del bullismo nelle scuole, campo nel quale ho già maturato una certa esperienza, per la corretta integrazione scolastica in contesti pluriculturali, per la prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti ed il reinserimento sociale e lavorativo dei tossicodipendenti, o per l'inserimento in nuovi contesti sociali e lavorativi e l'adattamento ad un nuovo scenario di vita, come avviene ad esempio nei casi di espatrio ed immigrazione

 

I programmi di prevenzione rappresentano un'ottima modalità di intervento, mirata, efficace, modellata sull'organizzazione che la richiede, sui suoi membri, e sulle sue utenze, in grado di trasformare il disagio esistente in comunicazione attiva, in dialogo strutturato e costruttivo e, in definitiva, di migliorare non solo la condizione di disagio esistente o di diminuire il rischio di potenziale devianza, ma anche il rapporto che si è venuto a creare nel tempo tra utenza e committenza tramite l'introduzione di una figura esterna - lo psicologo, appunto - che per orientamento professionale è in grado di accogliere e rielaborare le richieste, ristabilire le dinamiche interne compromesse, e porsi come "figura-ponte" tra la struttura richiedente ed i membri che la compongono. 


"I programmi di prevenzione rappresentano un'ottima modalità di intervento, mirata, efficace,  modellata sull'organizzazione che la richiede, sui suoi membri, e sulle sue utenze, in grado di trasformare il disagio esistente in comunicazione attiva, in dialogo strutturato e costruttivo"