ANSIA E ATTACCHI DI PANICO

Le preoccupazioni quotidiane ed i ritmi serrati della vita di oggi possono a volte suscitare sentimenti di ansia e di impotenza in chiunque. Uno stato d'ansia e di irrequietezza, spesso accompagnato a difficoltà di concentrazione, che si presenti come spropositato o invasivo rispetto all'ambiente esterno, o che compaia anche in situazioni normalmente non stressanti è invece un campanello d'allarme importante sul proprio stato di salute. L'agitazione, l'irrequietezza,  e la sensazione di non avere più il controllo sull'ambiente esterno e su noi stessi, la presenza costante di troppi pensieri invasivi, possono rappresentare un serio impedimento ad una vita serena, e compromettere la nostra vita affettiva, sociale e lavorativa in maniera importante. Elementi caratteristici dell'ansia sono in genere perdita di autostima, allontanamento sociale, disturbi dell'umore, ed un'enorme difficoltà nel prendere decisioni dovuta alla presenza costante di paure e preoccupazioni sul domani, che impediscono tuttavia a chi ne è affetto di vivere serenamente il presente. 

 

Sebbene l'ansia abbia infatti normalmente una funzione adattiva molto importante, qualora si presenti con queste forme, ovvero frequenza eccessiva, forza spropositata o in situazioni dove non vi sono elementi stressanti oggettivamente rilevanti, e qualora non venga trattata, può diventare un disturbo disfunzionale, fino a configurarsi come un vero e proprio tratto caratteriale percepito come dissonante. Allo stesso modo, un attacco di panico, caratterizzato da una grande varietà di sintomi, tra cui possono comparire paura improvvisa di morire, difficoltà respiratorie, dolore al petto, sensazione di perdita di controllo, palpitazioni o sudorazione, è un fenomeno normale qualora si presenti come conseguenza immediata di un forte trauma o di un evento drammatico, ma diventa invece patologico quando si inserisce in contesti di normalità e di quotidianità, rischiando di mettere a rischio la serenità di chi lo subisce e di limitarne serenità e libertà di scelta nel fare anche le cose un tempo più semplici. Anche in questo caso è necessario un intervento psicologico tempestivo per ridurre al minimo il rischio di cronicizzazione, che avrebbe come effetto il rischio di influenzare profondamente la nostra vita, e di "autoalimentarsi" crescendo mano a mano di intensità e di frequenza.

 

L'intervento psicologico è in questi casi di tipo diagnostico, di confronto e di chiarimento. Lo psicologo può inoltre indirizzare il paziente verso il corretto trattamento da seguire, ed intervenire in sede consultiva e di counseling per aumentare la consapevolezza del disturbo del paziente e fornire un supporto mirato al benessere mentale, all'empowerment rispetto alla condizione patologica, e al rafforzamento del senso di controllo rispetto al disturbo e di autostima, rappresentando un punto di ascolto e di dialogo attivo e positivo.


"L'ansia è la spia del non vivere" (Rebecca Curtis)