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I grandi passi in avanti fatti dalla scienza negli ultimi cinquant'anni hanno fatto si che da una concezione della salute di tipo biomedico, nella quale il benessere, in sostanza, coincideva con l'assenza della patologia, si passasse ad un approccio dinamico, che prendesse in considerazione anche fattori psicologici e sociali per definire lo stato di salute di ognuno di noi. Si è dunque passati da una concezione statica di salute, definita dalla presenza o assenza di malattia, ad una dinamica, basata su di un'ottica preventiva, secondo la quale salute e malattia sono, di fatto, due stati dello stesso continuum nel quale giocano ruoli fondamentali sia il benessere fisico che quello psicologico. In quest'ottica appare dunque ancora più evidente il ruolo fondamentale che gioca la salute psicologica, intesa, secondo le linee guida dell'OMS, come capacità di sfruttare pienamente le proprie capacità emozionali e cognitive per gestire al meglio la propria vita, costruire relazioni gratificanti con gli altri e far fronte ai conflitti interni ed esterni. 

 

Molto spesso, tuttavia, la salute psicologica viene sottovalutata, sia a causa della convinzione di poter gestire completamente le proprie risorse psicologiche senza supporti esterni, sia per l'errato pregiudizio che lo psicologo sia in qualche modo "quello che cura i pazzi". Questo eccesso di self-confidence, che è nella natura stessa dell'uomo, la convinzione errata che si possa essere lo psicologo di sé stessi, ed il pregiudizio associato alle figure professionali nel campo della salute mentale rischiano di farci perdere di vista l'importanza del nostro benessere psichico. Esattamente come ci si rivolge ad un medico di base per, ad esempio, un dolore alla schiena, è consigliabile rivolgersi ad uno psicologo ogni qual volta si ha la sensazione di non avere il controllo sulla propria vita o sulle proprie azioni, ogni qual volta ci si accorge di avere uno stato d'animo sensibilmente differente dal solito, o ogni qual volta si affrontano periodi di forte stress, di crisi, o di difficile adattamento a nuove condizioni sociali, lavorative, o di vita, come accade ad esempio spesso nei fenomeni di espatrio. Riconoscere i nostri limiti e capire le proprie necessità è infatti il primo passo verso il miglioramento. In molti casi, poi, l'intervento tempestivo di un professionista può fare la differenza tra un leggero disturbo transitorio ed un disagio che può invece diventare cronico qualora non venga riconosciuto quanto prima. In questi contesti lo psicologo opera in relazione alla prevenzione, alla diagnosi, alle attività di abilitazione/riabilitazione e al sostegno psicologico, ponendo il benessere del paziente e le finalità di chi si rivolto a lui in primo piano in qualsiasi contesto. 

 

Rivolgersi ad un professionista della salute mentale significa, in definitiva, iniziare a prendersi cura di sé ed attivare le proprie risorse interne in un'ottica di comprensione del ruolo primario che svolge la mente nell'economia della propria salute globale. 


"Lo psicologo considera suo dovere accrescere le conoscenze sul comportamento umano ed utilizzarle per promuovere il benessere psicologico dell'individuo, del gruppo e della comunità. In ogni ambito professionale opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri e di comportarsi in maniera consapevole, congrua ed efficace" (Codice Deontologico degli Psicologi, Art. 3)